Ruminare….?
Verbo interessante ruminare, se pensiamo ad animali come le mucche o le capre. Ruminare è una azione che consiste nella doppia masticazione del cibo con lo scopo di assorbire meglio le proprietà nutritive dello stesso e digerirlo in modo funzionale. E se pensiamo alla specie umana? Il termine ruminare, o meglio la ruminazione, è l’atto di pensare, ripensare in modo reiterato. E’ un pensiero ripetitivo, ciclico, perseverante, centrato sul proprio malessere emotivo, sui propri problemi e quindi, negativo; ha lo scopo di tentare di comprendere cause e le conseguenze di un evento. Alcune frasi tipo sono: “perché succede a me?”, “chissà perché mi sento triste?”, “perché faccio sempre così?”. Questa modalità di ripetere può nascere da un pensiero, da un evento che apre a un ricordo del passato vissuto in modo negativo. La ruminazione però, nonostante le copiose ripetizioni di un pensiero, non produce soluzioni o cambiamenti. Ruminare fa perdere tempo ed energia, in più, la mente elabora solo gli aspetti negativi, senza dare spazio a quelli positivi. Ruminare allontana dal percorso di cambiamento, può rallentare o bloccare anche il vivere quotidiano, rende meno presenti a noi stessi. Se si desidera interrompere la ruminazione è possibile utilizzare le capacità della nostra mente; l’obiettivo non è argomentare sulla inesattezza dei contenuti di ciò che pensiamo, ma quello di interrompere i pensieri stessi, diventando consapevoli del fatto o delle emozioni e sensazioni dentro di noi, e non del significato che le vogliamo attribuire. Un’altro passo utile per interrompere la ruminazione è quello di condividerla, parlarne con l’altro, aiuta ad uscire dal flusso di pensieri negativi, aiuta a “vedere” in un’altro modo quel pensiero, quello stato emotivo. A ciò si aggiunge la possibilità di poter entrare in azione, ad esempio fare la lavatrice, lavare l’auto, attivarsi fisicamente facendo attività sportiva o ludica, spostare l’azione e l’attenzione su cose che ci piacciono e che sono utili per noi. Luca Stocchi Life&Sport coach olistico cell. 340 1079380 mail: lucastocchi68@gmail.co
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Avete presente quando la mente per prevenire o prevedere situazioni o eventi negativi, inizia a creare, pensieri ed immagini, per strutturare mentalmente ipotetiche soluzioni?Questo stato è il rimuginio mentale. E’ uno stato di ansia che si sviluppa attraverso pensieri negativi, stimolati da minacce o pericoli, presunti o reali, che potrebbero accadere in futuro. Nel cervello si innesca un “loop” di pensieri a circuito chiuso che non portano ad alcuna soluzione reale. Spesso rimuginare è vissuto come un modo per trovare la soluzione al problema, oppure per prepararsi meglio al presunto pericolo che potrebbe arrivare, o ancora per ridurre l’ansia che lo stesso “loop” crea.
In verità se non si agisce, il cervello continuerà a produrre pensieri e a fare ipotesi senza portare ad una vera soluzione. Il rimuginare è dunque disfunzionale, oltre a non portare esiti risolutivi ; fa disperdere energie fisiche, mentali e tempo. Occorre riconoscere, e quindi ristrutturare, questo stato mentale attraverso innanzi tutto la condivisione con altri di questi pensieri e successivamente renderli operativi, per dimostrare a se stessi, che quelle idee “rimuginate” non funzionano. In modo graduale, a piccoli passi, meglio se accompagnati da qualcuno. Oppure avvicinarsi alla Mindfulness o ad altri metodi di meditazione per imparare a “vedere” in modo diverso questi pensieri, sopratutto per mettere la giusta distanza tra i pensieri e gli stati emotivi che a loro sono associati. Luca Stocchi Life&Sport coach olistico contatti: Luca Stocchi 3401079380, lucastocchi68@gmail.com Il cervello in tempesta è la traduzione non corretta del termine inglese brain storming. Si tratta di un metodo che si diffuse tra gli anni 40’ e 50’, in America grazie al libro “Applied Imagination", di Alex Faickney Osborn, un dirigente pubblicitario. Il brain storming è una tecnica creativa di gruppo che ha lo scopo di risolvere un problema facendo emergere diverse possibili alternative. Ogni componente del gruppo di lavoro viene stimolato a a far emergere in modo libero e creativo più idee possibile; queste vengono scritte o registrate e successivamente vagliate e selezionate per qualità, efficacia, funzionalità. Il risultato finale può essere: la soluzione del problema, una lista di idee per trovare successivamente la soluzione, un programma di lavoro.
Questa modalità di creazione di idee sviluppatasi in ambito pubblicitario, è stata poi applicata in altri campi. Il brain storming può essere applicato anche nelle sessioni di coaching individuale, dove il coachee, viene invitato a scrivere di getto, ad esempio, le idee che vengono a galla. Il coach supervisiona il momento creativo e in seguito aiuta il cliente a scremare e selezionare le idee ed insieme a trovare il passo, l’azione, la strategia creativa più utile allo scopo. Il cliente se “lavora da solo”, ha il vantaggio e che può sviluppare molte più idee, rispetto al lavoro in gruppo, inoltre ha la possibilità di esplorare se stesso in modo profondo, senza preoccuparsi dell'opinione degli altri in merito a quello che gli è venuto in mente. Lo svantaggio, se così lo possiamo definire è però, quello di non avere la varietà di esperienze che appartiene ad un gruppo e di essere quindi, limitato nella creatività. Si sviluppano molte più idee simili tra loro. Informazioni: Luca Stocchi 3401079380, lucastocchi68@gmail.com |
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Novembre 2020
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