![]() Coaching: Restare in ascolto L’incapacità dell’uomo di comunicare è il risultato della sua incapacità di ascoltare davvero ciò che viene detto. Carl R. Rogers Quante volte ci accade durante la giornata di comunicare con gli altri e di non essere capiti, oppure fraintesi. Ad esempio, concordare alcune cose da svolgere al lavoro con un collega e poi ricevere lamentele perché non è stato eseguito correttamente il compito assegnato. Un altro esempio: quelle occasioni in cui ci siamo ritrovati a discutere con il partner perché le nostre parole erano state male interpretate mentre cercavamo invece di spiegarci meglio per farci capire? Questi sono solo un paio di esempi, ma sappiamo bene quanto di frequente questo può accadere in altre situazioni, che poi possono sfociare in litigi, creare attriti o incomprensioni non facili da chiarire e risolvere. Gli esempi descritti sopra aiutano a capire che, ascoltare può sembrare un processo spontaneo, naturale, quasi scontato, ma in verità non è semplice. Inoltre ci aiutano a introdurre un concetto, quello di ”ascolto passivo”. E’ un modo di ascoltare distratto, inconsapevole che non crea contatto con chi abbiamo davanti a noi. L’ascolto passivo si mostra attraverso diversi segnali, ecco alcuni esempi: - guardare il cellulare o leggere il giornale; - offrire in fretta soluzioni, senza prestare attenzione a quello che l’altro dice; - sguardo sfuggente. Come possiamo fare quindi per limitare questi errori? Come possiamo relazionarci meglio? Dobbiamo imparare ad ascoltare in modo “attivo”. Un valido processo di aiuto è il dialogo strategico elaborato da Giorgio Nardone, considerato uno dei massimi esponenti della scuola di Palo alto, in decenni di studi ha elaborato e sviluppato una serie di tecniche avanzate che si rilevano fondamentali per comunicare e ascoltare in modo “attivo”. L’ascolto attivo non è solo ascoltare in silenzio; richiede la profonda attenzione e comprensione di ciò che l’altro sta dicendo, occorre anche rielaborare e riformulare il messaggio, entrare così in sintonia con l’altro, interpretare i segnali non verbali, percepire le emozioni e far sentire che siamo vicini, così è possibile contribuire a pieno in ogni momento della comunicazione. Possiamo dire che, ascoltare, restare in ascolto è una condizione emozionale interna, è essere disponibili, attraverso la comunicazione a raggiungere un obiettivo, che non è scontato e le risposte non sono anch'esse prevedibili. (Fonte: Terapia breve strategica, a cura di P.Watzlawick e G.Nardone) (c)LucaStocchi2019
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