![]() Nel mio percorso di crescita personale e nel master concluso alcuni mesi fa, mi sono imbattuto in una parola che mi ha emozionato e incuriosito molto,”Resilienza” e quindi sono andato a cercarne il significato. Se riferito all’ingegneria, è la capacità che ha un materiale di resistere a colpi e urti improvvisi senza spezzarsi (resistere a forze impulsive). In ecologia e biologia la resilienza è la capacità di un ecosistema (inclusi quelli umani come le città) o di un organismo di ripristinare l'omeostasi, ovvero la condizione di equilibrio del sistema, a seguito di un intervento esterno (come quello dell'uomo) che può provocare un deficit ecologico, ovvero l'erosione della consistenza di risorse che il sistema è in grado di produrre rispetto alla capacità di carico. In psicologia, la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità (fonte wikipedia). Questa capacità di tipo psichico si può modificare nel tempo, grazie all’esperienza, al vissuto ma, il modo migliore per modificarla, è andare alla ricerca dei meccanismi della mente che la sottendono, che sono di tipo istintivo (caratteristico dei primi anni di vita), affettivo (rispecchia la maturazione affettiva, i valori, il senso di sé e la socializzazione), cognitivo (il soggetto può utilizzare le capacità intellettive simbolico-razionali). Una persona "resiliente" può essere considerata quella che ha avuto uno sviluppo affettivo e cognitivo sufficientemente integrati, sostenuti dall'esperienza, da capacità mentali sufficientemente valide, dalla possibilità di poter giudicare sempre non solo i benefici, ma anche le interferenze emozionali e affettive che si possono creare nel rapporto con gli altri. Sviluppare questa capacità di “resistere a forze impulsive”. Affrontare in modo positivo i rapidi cambiamenti che possono avvenire, ricostruirsi, ripartire, sono aspetti della resilienza vitali, nel quotidiano ed anche in un percorso di coaching e crescita personale. Solo dopo qualche tempo ho capito di avere sviluppato una buona “resilienza”, grazie all’aiuto richiesto all’esterno e a un training emozionale, su di me. Coltivare e sviluppare questa capacità attraverso un percorso di coaching olistico, con l’ausilio degli strumenti a disposizione del coach, può portare a rinforzare e se necessario modificare, in modo positivo il progetto, che il coachee vuole completare. Essere resilienti, resistere senza spezzarsi, ripristinare quando necessario una nuova omeostasi olistica, giudicare e valutare in modo equilibrato costi e benefici, di un progetto o di un cambiamento, sono come tanti mattoncini che, usati bene e con attenzione portano il coachee a tagliare il suo traguardo. In seguito a quest’esperienza, grazie al mio lavoro di personal trainer ho avuto la possibilità di poter “lavorare” con alcuni clienti sulla resilienza attraverso esercizi prevalentemente corporei e respiratori e con l’ausilio di visualizzazioni guidate, con rimandi positivi non solo di tono muscolare o postura, ma anche di comportamento nel quotidiano, nel lavoro e nelle relazioni. Quindi: corpo, respiro e movimento come strumenti per sviluppare “resilienza”. Posso considerarlo un mattoncino importante per un coaching di tipo olistico
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Novembre 2020
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