![]() “La cosa importante non è ciò che stai facendo, ma come stai eseguendo ciò che fai” J.H.Pilates. Ciao da Luca. Oggi il post è dedicato all'approfondimento di un metodo che io e Laura Venturoli applichiamo in molti dei programmi di allenamento olistico e non solo, il metodo pilates; integrandolo con altre discipline e tecniche come la bioenergetica, l’allenamento funzionale, la meditazione mindfulness, il training mentale e lo Yoga. Questa fusione di discipline consente di proporre programmi di allenamento personali e per piccoli gruppi trasformativi ed efficaci. Infatti uno degli scopi della nostra associazione è quello di migliorare e mantenere sano, tonico e in equilibrio il corpo e la mente; questo anche attraverso la pratica deliberata di allenamenti come il Pilates. A questo scopo, voglio portare alla tua attenzione, le origini del metodo Pilates, la sua storia e soprattutto i principi cardine che lo regolano e che ancora oggi nonostante il tempo trascorso e i grandi cambiamenti avvenuti nel mondo del fitness e wellness lo mantengono così attuale, efficace e funzionale al benessere del corpo e della mente. Il metodo Pilates è un allenamento, dolce ed efficace che offre gli strumenti, attraverso il lavoro a corpo libero e con alcune macchine e attrezzi, di plasmare il corpo, allungarlo, rinforzare la muscolatura profonda e quella di mobilità. Inoltre è di ausilio al mantenimento di una corretta postura e migliorare il rapporto tra corpo e mente, la consapevolezza, rilassare. Questo programma di allenamento è stato ideato Joseph Hubertus Pilates (nato a monchengladbach, in Germania nel 1880, morto nel 1967 negli Stati Uniti a New York). Di costituzione abbastanza cagionevole, fin da bambino si dedicò a vari sport, che lo portarono a dedicarsi con passione, allo sci, al nuoto e al pugilato. Approfondisce le conoscenze dello Yoga (molti esercizi di Pilates si possono paragonare ad Asana dinamiche) e anche della ginnastica acrobatica. Allo scoppio della prima guerra mondiale viene internato in un carcere inglese e anche in questo contesto si attiva per affinare la pratica del body building e l’alimentazione. Viene poi trasferito in un carcere dove viene a contatto con soldati reduci feriti, menomati e immobili da tempo a causa di malattie. Qui inizia a creare per dare conforto e aiutare gli altri detenuti macchinari e ausili meccanici, molle applicate ai letti, sedie con supporti, strutture mobili per attivare gli arti. Ritornato in Germania conosce un coreografo e ideatore di un programma codificato di allenamento per il balletto, con cui collaborando crea e definisce una serie di esercizi, ben definiti ed efficaci che ben presto lo portano a riscuotere l’interesse da parte di danzatori e danzatrici molto popolari in quell’epoca. Trasferitosi poi a New York, apre uno studio personale, collabora con ballerini e coreografi che integrano con successo al loro allenamento gli esercizi da lui inventati. l’efficacia provata di questo metodo, porta ben presto a una diffusione e popolarità nel mondo della danza e non solo. Lo scopo principale di J.H.Pilates era quello di rendere le persone più consapevoli del proprio corpo e della propria mente, per unirli in un’unica funzionante e dinamica entità. L’obiettivo del metodo Pilates è quello di portare la persona a muoversi in modo equilibrato, economico e con grazia, attraverso il rispetto dei sei principi base. I Principi del metodo Pilates I sei principi furono stabiliti da J.H. Pilates stesso, ancora oggi riconosciuti, sono i seguenti: Concentrazione Controllo Baricentro Fluidità Respirazione Precisione 1.Concentrazione: è fondamentale per eseguire correttamente gli esercizi, non solo sul singolo movimento e articolazione, tutto il corpo è concentrato e consapevole della postura da mantenere durante l’esecuzione. 2.Controllo: Muoversi senza controllo può provocare infortuni, attraverso la concentrazione si deve arrivare ad avere il controllo totale del corpo. Nulla nel Pilates è casuale, il controllo del movimento, dell’articolazione interessata, ma anche della posizione della testa, delle gambe, etc, deve essere controllata. 3.Baricentro: è il centro del metodo Pilates, fisico e strutturale. La zona compresa tra la parte finale della cassa toracica e il bacino viene definita “Power house”, (casa della forza),i muscoli compresi in questa zona sono: il retto dell’addome, il trasverso, gli obliqui, nella parte anteriore, dorsali, quadrato dei lombi e glutei nella parte posteriore. rafforzare questa zona del corpo facilita la corretta postura. il baricentro è inteso come effetto stabilizzante del lavoro sinergico tra la zona addominale e quella lombare. 4.Fluidità: il movimento non dev’essere rigido, contratto, troppo veloce, o lento, ma armonico elegante, grazie alla forza del baricentro. 5.Respirazione: inspirazione ed espirazione complete sono parte vitale del metodo, sono coordinate con i movimenti, la respirazione che viene ricercata è di tipo diaframmatico. 6.Precisione: è un ulteriore aspetto fondamentale che deriva dal controllo, la precisione dei movimenti ha origine dal corretto bilanciamento del tono muscolare, che, se ben applicato diventa un modo economico di muoversi nella vita di ogni giorno. Ti è stato utile questo post? se vuoi condividerlo mi fa molto piacere! N.B. Le attività associative anche durante la fase 2 proseguono “on line” sia per le lezioni di gruppo che quelle one-to-one. Qui sotto trovate i nostri contatti utili e le piattaforme social dove potete seguire, commentare e partecipare alle iniziative dell’associazione. Laura Venturoli 347 4102925 www.lauraventuroli.com Luca Stocchi 340 5215481 www.LucaStocchi.com NAMASTE.FERRARA2012 https://www.facebook.com/StocchiLuca https://www.facebook.com/laura.venturoli https://www.instagram.com/namastea.s.d.ferrara/ https://www.instagram.com/lucastocchi1968/ https://www.instagram.com/venturolil/ (c)LucaStocchi2020 Tutti i diritti riservati© (fonti:Pilatness matwork, Pilates Tolls foundation Fitness Best Innovation di B. Bazzani,Il Pilates all’aperto di Anna Maria Cova, edizioni Riza scienze agosto 2007, Pilates per tutti di Antje Korte, edizioni Red! Milano 2009)
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